1 30 novembre -0001

Droga? No ai metodi punitivi

Un secco “no” ai messaggi punitivi nei confronti di chi si droga.  Si fonda su questo punto fermo il documento elaborato e condiviso dalle Regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Campania, Sardegna, Toscana, Umbria (tutte governate dal centrosinistra) e dalla Provincia autonoma di Bolzano, presentato ieri a Bologna nel corso della "Conferenza per un progetto delle Regioni sulle dipendenze", organizzato dal Cartello nazionale "Non incarcerate il nostro crescere". L’ottica della Conferenza, che prosegue anche oggi alla presenza di oltre mille persone tra operatori, amministratori e studiosi del problema, è, secondo i suoi promotori “ben diversa” dalla proposta di legge Fini sulle tossicodipendenze. Così come viene definito alternativo il metodo rilanciato dall’incontro bolognese per affrontare un fenomeno in costante crescita. In primo luogo attivando percorsi personalizzati di ascolto, supporto, accoglienza ed eventuale presa in carico e offerta di prestazioni, anche specialistiche, per i gruppi, le situazioni e i comportamenti a rischio. Si punta inoltre a promuovere la partecipazione dei giovani e a valorizzare le risorse presenti nei gruppi informali e nei singoli, a sviluppare e a qualificare il lavoro di prossimità (interventi sul posto) e gli interventi di promozione della salute nei luoghi del divertimento e dello sballo. Si ritiene infine necessario garantire la formazione e la riqualificazione degli operatori e promuovere stili di vita sani e consapevoli. Il documento, ispirato dalla strategia Ue sulla riduzione del danno, vede le sette Regioni e la Provincia autonoma di Bolzano impegnate a garantire tutti i trattamenti riconosciuti efficaci ed appropriati per le persone dipendenti da sostanze, valorizzando le competenze dell'utente e privilegiando i trattamenti integrati medici, psicologici e sociali. “In Emilia-Romagna, l'1% del Fondo sanitario regionale è assorbito dalla cura e assistenza - ha affermato l’assessore alle politiche sociali Gianluca Borghi -  a cui si aggiungono altri 4 milioni di euro dal Fondo sociale regionale. Come promotori di questo documento, riteniamo che vada ribaltata la logica del 'punire per educare': vogliamo rafforzare interventi educativi e preventivi per la riduzione dei rischi. Per questo è fondamentale un forte rilancio della responsabilità delle istituzioni e un reale avvio dei Piani di zona, 'palestra' in cui le politiche di prevenzione e reinserimento sociale troveranno composizione".