0 1 maggio 2002

Le radici cristiane dell'Europa

"Qualcuno a Bruxelles ci considera pezzenti e non smette mai di ricordarci che l'elargizione della "grazia" spetta ai paesi più ricchi. Malgrado questo atteggiamento umiliante credo che anche i Paesi dell'Europa centrale dovranno entrare nell'Unione". Così il regista polacco Krzysztof Zanussi sintetizza speranze e difficoltà delle trattative in corso sull'allargamento. "Manca nell'Unione europea" prosegue Zanussi "quella generosità che ha portato gli Stati Uniti, nel secondo dopoguerra, a promuovere il piano Marshall. Non costerebbe molto all'Europa predisporre un provvedimento analogo per i paesi più in ritardo. Questo non succede perché manca una visione complessiva. Accanto a pericolosi movimenti populisti vi sono politici irresponsabili e mediocri. In ogni caso non intravedo all'orizzonte grandi personaggi". C'è qualche timore nei paesi dell'ex blocco sovietico? La paura del cambiamento c'è in quanto per noi sarà più profondo rispetto a quello della Spagna e dell'Irlanda, che pure avevano tante paure. C'è un altro elemento che complica il nostro rapporto con l'Unione: noi, in particolare in Polonia, siamo stati vittime dell'invasione nazista e la prospettiva di essere allo stesso tavolo con la Germania crea problemi a molti. Secondo alcuni la carta costituzionale europea non dovrebbe richiamarsi alle radici cristiane per non discriminare. Qual è il suo parere? Non possiamo evitare un riferimento alle radici cristiane perché è proprio questo che rende la nostra parte del mondo così diversa. Il problema è un altro. Fino a che punto i cristiani hanno oggi la forza e il coraggio di combattere per la loro identità e di renderla evidente. Come giudica i rapporti tra il cristianesimo latino e quello orientale?§ Nel cristianesimo occidentale c'è l'idea di uno Stato diviso dalla Chiesa. Una divisione che è stata garantita proprio dallo Stato pontificio: il vescovo locale aveva due lealtà, al Papa e all'imperatore. Questo è interessante soprattutto nel confronto con i nostri fratelli orientali: quando non sappiamo da dove vengono certe tensioni dobbiamo ricordarci che la nostra storia è passata attraverso la svolta di Canossa. Se gli ortodossi russi, che non hanno un percorso simile, si scandalizzano per la creazione di diocesi da parte del Papa, dobbiamo fare lo sforzo di capirli: anche se frutto di un malinteso storico, per loro una simile decisione è ancora un'intrusione negli affari interni da parte di un sovrano straniero. § Cosa manca ai due polmoni dell'Europa richiamati da Giovanni Paolo II per funzionare all'interno dello stesso organismo?§ Il polmone orientale è ancora troppo legato alla Russia che non ha, probabilmente, il desiderio di respirare insieme. Ma entrambi i polmoni hanno un deposito spirituale e un eventuale scambio potrebbe rinvigorire il cristianesimo. Purtroppo negli ultimi anni, con la fine dell'avventura coloniale, l'Europa si è ritirata anche dall'universalismo. §§ Che effetto le fa, da polacco, la notizia dell'ingresso della Russia nella Nato?§ Siamo molto diffidenti perché conosciamo la Russia meglio degli Stati Uniti. Nonostante tutto, giudichiamo questo passo molto interessante. Vedremo come l'avvicinamento si evolverà in futuro. §§ Come giudica la situazione culturale dell'Unione europea? § L'Europa sta attraversando un periodo di grave decadenza. La società civile guarda con sospetto ai partiti e ai parlamenti. Né si intravedono all'orizzonte forze nuove: gli stessi no global sembrano semplicemente un fenomeno di folklore. A differenza degli americani, che integrano il loro materialismo con un forte idealismo, gli europei sembrano accettare la progressiva decomposizione del loro continente. Non sono un profeta ma ritengo che il futuro non sia compromesso e che, come per l'Araba fenice, anche per l'Europa un risveglio sia possibile. A patto che ritrovi il suo idealismo, che può essere ispirato solo dalla prospettiva spirituale. §§ Lei è spesso a contatto con i giovani. Come li valuta?§ Molti vogliono abbracciare il mondo nuovo anche se non sanno ancora bene che cos'è. Ma non sanno più chi è l'autorità; c'è un deficit di saggezza. E mancano purtroppo i maestri. Questa confusione è, tuttavia, affascinante. Da una parte c'è una grande emancipazione. In dieci anni abbiamo raddoppiato il numero di studenti: fatto che indica come una delle più grandi menzogne del socialismo reale sia stata quella dell'accesso garantito all'educazione, mentre in realtà in Polonia c'era uno tassi più bassi. Dall'altra molti studiano ma non sanno bene perché. Se per guadagnare o per una vita più cosciente e più libera. Anche se, soprattutto in provincia, emergono, insospettabili esempi di saggezza. Sono ancora una minoranza ma, e questo mi dà una grande speranza, proprio le minoranze sono destinate a cambiare il mondo. §§ Nel 1981 lei ha girato un film su Giovanni Paolo II. Dovesse girare un sequel su cosa punterebbe?§ Quello di Giovanni Paolo II è un pontificato che ha pienamente realizzato lo spirito del Concilio Vaticano II, soprattutto sul piano ecumenico. C'è stata una grande apertura al mondo. La Chiesa non è più dentro le mura del Vaticano ma si è confrontata con le altre religioni. Come conseguenza di questa apertura è arrivata anche l'autocritica, un grande atto di purificazione che ammette che la Chiesa è fatta di peccatori. In forza di questa svolta vedo molti giovani convinti che la nuova evangelizzazione sia una sfida realistica. §§ Perché le prime pagine dei giornali si scandalizzano tanto per la vecchiaia del Papa? § La vecchiaia è diventata un tabù della società moderna che ha il culto falso della giovinezza fondato sul concetto di consumo. Un vecchio non è capace di spendere soldi e quindi non vale come compratore. Ma c'è anche qualche responsabilità nella Chiesa: talvolta si pensa al vescovo come un funzionario che va in pensione dimenticando la lezione orientale per la quale un vescovo, alla fine del suo ministero, diventa un vecchio saggio. In realtà basta che riesca a pregare per mantenere valido il suo servizio. E non importa allora se il Papa è in un letto o cammina perché non è in primo luogo amministratore. è la mancanza della prospettiva mistica che rende la vecchiaia del Papa inaccettabile ai media. La gente semplice invece reagisce positivamente vedendo che c'è qualcuno che pur essendo vecchio fa tanta fatica. Mentre gli altri coetanei sono diventati dei consumatori pigri di televisione e di cibo, il prototipo del pensionato europeo. §§ Si può ancora fare un cinema attento al senso religioso e alle domande vere dell'uomo senza cadere nell'agiografia o nell'ideologia?§ Io non conosco la ricetta, se la conoscessi andrei subito a girare. Credo che il condizionamento sia molto forte, i finanziatori non vogliono rischiare e sono sempre conservatori. Ma d'altra parte il mercato del cinema è pieno di capricci e di sorprese: da un giorno all'altro la cosa più disprezzata può diventare quella più ricercata. Per questo non ho perso la speranza di poter realizzare film con grandi budget su temi difficili e duri.