0 1 dicembre 2002
Secondo il rapporto Censis sulla città di Bologna, commissionato dalla Fondazione Carisbo e dalla Fondazione del Monte, nella classifica delle istituzioni che ispirano più fiducia la Chiesa e le associazioni religiose registrano il 19, 5 % dei consensi e sono precedute dal volontariato (29,9%), dal Comune (24,8%), le forze dell’ordine (23,5%). La Chiesa e le associazioni religiose precedono a loro volta i movimenti di opinione (16,1%), la Regione (15,3%), le cooperative (12,3%), gli imprenditori locali e le loro associazioni (12,1%), la magistratura (11,5%), i sindacati (10,8%), giornali, radio e tv (7,4%), i partiti politici (5,9%). § Il risultato raggiunto dalla Chiesa, di poco superiore alla percentuale dei praticanti, fa riflettere. Premesso che non sono in discussione la serietà e il rigore del Censis a noi sembra che il rapporto si sia lasciato prendere un po’ troppo la mano dall’obiettivo principale per cui è stato realizzato: smentire le cassandre convinte che la Giunta Guazzaloca abbia perso un po’ di smalto. In questo progetto di restyling dell’immagine amministrativa l’indagine statistica ha affrontato con un po’ di superficialità e leggerezza altri fattori percepiti, rispetto all’obiettivo principale, come meno importanti. § Per quanto ci riguarda riteniamo invece che la Chiesa di Bologna sia molto più autorevole di quanto le viene accreditato dal Censis. Sottovalutare in partenza indici come l’alta percentuale di bolognesi che firma per l’8 per mille, sceglie per i propri figli l’ora di religione, affida alle parrocchie i bambini perché possano percorrere la strada dei sacramenti, opta per le sue istituzioni educative (un dato per tutti è quello relativo a Estate Ragazzi che vede il coinvolgimento di migliaia di adolescenti, educatori e famiglie) significa che, sia pure inconsapevolmente, si è persa di vista la realtà delle cose. § A Bologna, per dirla in soldoni e farci capire anche da chi non ha preso in mano il rapporto, la Chiesa è un punto di riferimento non solo per i cattolici ma anche per molti laici ( a cominciare da quelli, e sono tanti, che con lucida onestà scelgono le scuole cattoliche): molto più di una politica che ha smarrito lo scopo per cui è nata, di giornali che informano sempre di meno e amplificano il nichilismo, di intellettuali che di forte hanno ormai solo il cachet offerto dal talk show di turno, di movimenti di opinione che spesso non vanno oltre il recupero di qualche gioco d’infanzia e anche dello stesso Comune, certo ben visto se rattoppa i buchi delle strade, ma rispetto al quale, a prescindere dal primo cittadino che lo guida, è ben difficile immaginare di innamorarsi come invece ha sottolineato qualche commentatore troppo zelante. § Tant’è: non sarà certo un rapporto piò o meno scientifico a scardinare la Chiesa che nel corso della sua bimillenaria storia è sopravvissuta a ben altri attacchi. Diverso sarebbe il discorso, e molto più preoccupante, se il minimizzare la presenza della comunità cristiana fosse il primo passo per far passare il concetto che, per esempio, una minoranza, definita tale da una accolita di presunti scienziati, non possa più richiedere che la domenica sia il giorno del riposo festivo per non violare il pluralismo religioso del Vecchio Continente. Se così fosse l’alleanza tra le sempre più anti–cristiane direttive dell’Unione e una statistica al servizio del principe di turno sarebbe questione ben più grave delle beghe condominiali tra la maggioranza e l’opposizione della città.