1 20 maggio 2000
BOLOGNA. Stragi del sabato sera, incidenti sul lavoro, vittime di sport estremi e della droga, un numero crescente di suicidi. Sempre più spesso alla ribalta delle cronache italiane si affacciano le morti per causa violenta che colpiscono soprattutto adolescenti e giovani. Sul dolore dei genitori, degli amici e dei parenti, si innesta un fenomeno non nuovo ma che si sta diffondendo a macchia d’olio: quello dei movimenti e dei gruppi sorti con il preciso intento di mettere i vivi in comunicazione o direttamente o tramite medium con i propri defunti. Per porre un freno a questa moda che specula in qualche modo sui drammi personali, ma anche per contestare la legittimità e l’ortodossia ecclesiale di queste iniziative anche quando vi partecipino sacerdoti o religiosi, i vescovi dell’Emilia Romagna hanno pubblicato una Nota pastorale dal titolo emblematico:" La Chiesa e l’Aldilà". § Il documento (uscito per i tipi delle Edizioni Dehoniane Bolognesi e presentato ieri alla stampa dal cardinale Giacomo Biffi, dal curatore Mons. Adriano Caprioli e dal segretario della Conferenza Episcopale regionale Mons. Claudio Stagni) registra, in particolare, la moltiplicazione in regione di incontri, seminari di studio e convegni, incentrati sulla spiritualità dell’aldilà, dove, durante il fine settimana, convengono persone in lutto che vanno ad ascoltare relatori che trattano della speranza di comunicazioni ultraterrene. "Questi fenomeni - ha spiegato Monsignor Caprioli - sono ancora più ambigui dello spiritismo, nato all’inizio del novecento, e peraltro già condannato dalla Chiesa. Oggi, infatti, nei confronti di quest’ultima, si evitano, da parte degli aderenti ai gruppi medianici, polemiche". Ma non solo. "A conferma della presunta ortodossia - continua il vescovo di Reggio Emilia - viene portato il fatto che al loro interno operano anche sacerdoti notissimi per l’attività che svolgono nella comunità cristiana. Addirittura in alcuni di questi incontri viene celebrata anche la Messa". Ma tutto ciò non basta a garantire la legittimità ecclesiale di tali iniziative anche perché, ha rilevato il presule, "I sacerdoti che vi partecipano dovrebbero comunque chiedere un’autorizzazione al loro vescovo che non potrebbe essere concessa in nessun caso". Perché allora lo fanno? "Probabilmente - ha affermato monsignor Stagni - pensano di far del bene, di consolare, ma non si rendono conto che così favoriscono la confusione, l’imbroglio, perché non si dà una vera consolazione, perché questa è fatta di cose vere, non di sensazioni". Sono dunque giustificati i dubbi sull’ortodossia dei movimenti che illudono di poter mettere in contatto la gente con l’aldilà: non solo perché creano confusione nella stessa comunità cristiana ma anche nel loro rapporto con la fede. "Sollecitare messaggi dai morti per nostra sicurezza " afferma la Nota "è non fidarsi della Parola di Dio; è, cosa ancora più grave, fidarsi più di messaggi umani, posto che siano veri e reali, che del messaggio del Dio della vita". Ma c’è un altro aspetto che preoccupa la Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna: l’emergere, a fianco di questi gruppi, del mondo virtuale, che contribuisce a dare loro, attraverso registratori, computer, telefoni, radio e tv, un’ulteriore parvenza di legalità. L’uso di questi mezzi, abbinati ai metodi di scrittura automatica e ai messaggi in codice non garantisce, secondo la Nota, una comunicazione vera: si comunica, infatti, solo con l’immagine del figlio o del defunto che è nel proprio inconscio. La Nota paventa poi il rischio, connesso alla globalizzazione, che l’uso di questi metodi di comunicazione tramite i mass media, abbia come approdo quello, tipicamente americano, della chiesa virtuale dominata da un predicatore che raccoglie conversioni attraverso tecniche pubblicitarie. Nessuna demonizzazione del progresso tecnologico, precisa ancora il documento, ma la riaffermazione che "una comunità di fede non potrà mai ridursi a quella convocata attorno a una radio, a un televisore, a un libro". "Il documento - ha ricordato il cardinale Biffi che si è detto soddisfatto dell’esito finale - è rivolto ai cristiani, sia perché possano essere rassicurati sia perché si facciano carico di un problema come la morte in età giovanile che è sempre più esteso. A questo proposito suscita meraviglia - ha concluso - che non si possa procedere anche a qualche iniziativa di carattere legislativo per attenuare conseguenze sempre più drammatiche".