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1 aprile 2003
La carta della convivenza
Una della città consegnata agli immigrati in occasione del rilascio di quella personale a simboleggiare un patto ideale tra i bolognesi e i nuovi arrivati: questa la caratteristica innovativa della approvata dal consiglio comunale di Bologna. Il testo, costituito da una breve presentazione, un’introduzione e nove articoli, è stato preparato da una Commissione presieduta dal presidente emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre, insieme ai professori Marco Cammelli, Pierpaolo Donati e Luigi Melica con la collaborazione del mondo imprenditoriale e sindacale. Obiettivo della Carta è l’individuazione di criteri e regole capaci di favorire coesione e armonia nella comunità cittadina. “Esiste nella città” spiega il documento “un marcato senso di aggregazione, arricchito da tradizioni storiche e culturali ben salde: va quindi agevolato l'inserimento di chi giunge dall'esterno con l'intento di entrare a far parte in modo attivo di una realtà aperta e viva, ma che ha già una sua storia consolidata”. In questa prospettiva il Comune di Bologna riconosce che “ogni persona che legittimamente vive e lavora nel territorio comunale e che si inserisce in un sistema di doveri originati non solo dalle norme vigenti, ma anche da regole sociali inerenti le tradizioni storico - culturali della città che riconosce e rispetta, diviene per ciò stesso “bolognese””. Duplice il metodo della Carta: da un lato garantire che ai nuovi arrivati sia assicurata l’informazione sulle regole basilari della democrazia nazionale e sulle tradizioni storico - culturali della città e, dall’altro, che essi si impegnino a prenderne conoscenza. Nello stesso tempo si chiede a tutti i bolognesi di agevolare l’inserimento degli immigrati affinché i medesimi possano in prospettiva divenire membri a pieno titolo della comunità. §
L’inserimento sarà realizzato “mediante azioni mirate alla riduzione dell’emarginazione dei soggetti più indigenti insieme a politiche specifiche volte a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto le pari opportunità per tutti gli immigrati”. Il Comune, inoltre “provvede a garantire opportuni strumenti di conoscenza della lingua italiana, delle principali norme costituzionali, penali e civili, delle regole amministrative riguardanti il soggiorno in Italia degli stranieri e degli immigrati e delle principali tradizioni culturali e sociali della Comunità nazionale e locale”. E punta sulle pari opportunità formative adottando iniziative dirette “ a ridurre progressivamente i dislivelli esistenti tra gli studenti di origine immigrata e gli altri studenti e ad agevolare il più ampio coinvolgimento dei genitori degli allievi di origine immigrata. A tale scopo le famiglie dei cittadini extracomunitari debbono impegnarsi a far sì che i propri figli frequentino ogni esercizio prescolastico, scolastico ed extrascolastico che sia messo a loro disposizione per raggiungere la parità di livello con gli altri studenti”. Sul fronte della casa la Carta sottolinea l’importanza di evitare ai bolognesi di qualunque origine e provenienza situazioni di profondo disagio abitativo, “in particolare favorendo, nel rispetto della legge, e nella consapevolezza del valore sociale dell’istituto familiare costituzionalmente inteso la disponibilità di alloggi, in affitto o in proprietà, a canoni o a tassi agevolati per le fasce sociali più indigenti”.§