0 12 ottobre 2002
“Basta con l’unanimità. In futuro le decisioni dell’Europa dovranno essere prese a maggioranza”. Lo ha affermato il presidente della Commissione europea Romano Prodi che ha concluso un convegno sull’allargamento dell’Ue organizzato a Bologna dall’Istituto affari internazionali. “La logica” ha affermato Prodi nella splendida cripta di Villa Guastavillani “deve essere quella americana dove il Congresso rappresenta la proporzione degli abitanti degli Stati Uniti e il Senato quella degli stati”. “Il primo problema della Convenzione” ha aggiunto “è trovare formule di accordo che stabiliscano il principio delle decisioni soprattutto per quanto riguarda la politica estera e militare. Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia, infatti, da sole non hanno nessuna possibilità di avere un ruolo internazionale”. Soffermandosi sul processo di unificazione dell’Europa (che prevede nel 2004 l’ingresso di dieci nuovi paesi) il professore bolognese ha spiegato che sarà ancora lungo e che “dovrà essere completato con i Balcani, che sono un problema nostro”. In questo lungo cammino che attende il vecchio continente i paesi dell’Unione, ha ricordato Prodi, dovranno mettere insieme oltre alla politica economica anche un esercito comune e i “cervelli” perché, ha detto “non si ha un ruolo nel mondo se non si ha la leadership nella scienza”. Sarà necessario, a questo proposito, creare nuovi centri di eccellenza per attirare le migliori intelligenze europee. Ai cittadini, poi, sarà chiesta, ha concluso, una triplice fedeltà: “all’Europa, allo Stato–nazione, alla propria comunità locale”. Da parte sua il Vicepresidente del consiglio Gianfranco Fini, rappresentante del governo italiano alla Convenzione, ha sottolineato che per l’Unione Europea serve una nuova architettura istituzionale. “È positivo” secondo Fini “che ormai tutti siano sostanzialmente d’accordo per lavorare a una Federazione europea di Stati nazionali. Chi paventava un superstato, oggi è § tranquillo”. Per quanto riguarda la nuova personalità giuridica, ha aggiunto “il governo italiano ritiene che sia sbagliato mettere in contrapposizione metodo comunitario e metodo intergovernativo. Siamo convinti che l' § assetto futuro dell’Europa debba partire dall’equilibrio tra § la Commissione, il Consiglio dei Capi di Stato e di Governo, il § Parlamento europeo, i Parlamenti nazionali”. Fini ha riferito sulle recenti discussioni in sede di Convenzione a proposito del principio di sussidiarietà. Sotto questo profilo, ha concluso , “il compito dell’Europa è fare ciò che i singoli Stati non riescono a fare nel miglior modo possibile per garantire i diritti dei § cittadini. Questo spiega perché politica estera, politica di § sicurezza, politica per l’ immigrazione e politica ambientale § sono tutte materie che rappresenteranno competenza esclusiva § dell’Unione”. La querelle sul nuovo nome che dovrà adottare quest’ultima è stata liquidata da Prodi con una battuta. “È un problema più da linguisti che da politici. Europa Unita, per esempio, sta benissimo in inglese ma non sta bene in italiano perché suggerisce l’idea di un marchio § commerciale, mentre in inglese United Europe esprime un senso § fortissimo di unità politica”.§