0 1 settembre 2002
“ Il federalismo televisivo non può essere ridotto a una finestra per far vedere a quelli della Lombardia o del Veneto cosa succede nel loro territorio. Fondamentale è anche la capacità di rappresentare a tutta la comunità nazionale ciò che succede a livello locale”. Questa la ricetta di Fabrizio Binacchi, direttore della sede Rai dell’Emilia–Romagna e volto noto ai telespettatori come conduttore di Linea Verde, per rendere la tv pubblica meno “romano–centrica”. Binacchi è alla guida di una vera e propria corazzata con strutture e gruppi di lavoro che non hanno nulla da invidiare ai grandi centri di produzione di Roma, Milano, Napoli e Torino. I dipendenti sono 150: 30 sono in redazione (compresi i giornalisti); 15 hanno competenze amministrative, 30 sono i tecnici; gli altri sono distribuiti nelle produzioni, squadre esterne pesanti, abbonamenti, servizi immobiliari e Rai way (i ponti e i trasmettitori). Sono numeri di tutto rispetto: ma c’è chi rileva che con questa potenzialità la sede, sul piano produttivo, potrebbe fare di più. Binacchi non è d’accordo. “Siamo” spiega “ una “cerniera” tra lo Stato centralista e il territorio. La nostra struttura produttiva, con le due squadre esterne, i ponti mobili e con i suoi apparati tecnici copre già adesso 750 eventi televisivi di livello regionale, nazionale e internazionale: tra gli altri Miss Italia, i Gran Premi automobilistici e motoristici, gli spettacoli in riviera.§ Perché scatti la Rai federalista cosa deve cambiare nelle sedi regionali e cosa deve cambiare a Roma?§ L’idea che il federalismo sia solo un fatto tecnico. In realtà occorre la fantasia per individuare argomenti di interesse collettivo non necessariamente solo regionali. In questa prospettiva si colloca, per esempio, la trasmissione del Festival di musica celtica da Courmayeur. L’evento ha avuto ottimi ascolti perché ha catturato l’attenzione di tutte le popolazioni dell’arco alpino. Una controprova che il federalismo per funzionare deve evitare di parlarsi addosso ricercando un localismo esasperato. Un esempio di contenuto federalista? La variante di valico. Una trasmissione su questo tema coinvolgerebbe almeno quattro regioni: oltre all’Emilia–Romagna, la Liguria, la Toscana, e le Marche.§ Qual è il vostro tasso di efficienza e di autonomia nel campo della produzione?§ Il nostro è uno dei coefficienti di produttività più alti perché nel corso degli anni abbiamo razionalizzato il nostro sistema produttivo con numerose sinergie. Versante autonomia: per quanto riguarda mezzi, impianti e risorse è assoluta. Se l’azienda ci chiede di produrre a livello locale noi siamo pronti. § La vostra capacità produttiva è ancora imbrigliata da certe rigidità professionali?§ Nella nostra sede abbiamo potuto contare su una certa elasticità sindacale che ci ha consentito di essere meno ingessati. Da noi, per esempio, c’è un ispettore di studio che quando non svolge questa mansione è adibito all’acquisizione di contratti. Una flessibilità essenziale per un’azienda moderna.§ I buchi d’ombra della terza rete sono ormai cronici. Cosa impedisce una copertura totale della regione? § In Emilia–Romagna non ci sono buchi d’ombra nella copertura. Il segnale arriva sul 96% dei tetti degli utenti. Il problema è che talvolta non entra in salotto o in cucina perché storicamente le antenne di alcune zone sono orientate su fasci di trasmissioni provenienti da altri canali regionali. Come ovviare? Certamente con l’aggiornamento degli antennisti, anche se la soluzione radicale è il sistema digitale.§ Come sono i rapporti tra la sede Rai dell’Emilia–Romagna e il governo della Regione?§ Eccellenti, sia con la Giunta che con il Consiglio. Le faccio un esempio. La Regione sta organizzando le celebrazioni per Cesare Zavattini. La nostra sede è tramite con Rai 3 e le altre sedi nazionali per la fornitura di materiali, documenti, teche. Al noto regista e scrittore sarà dedicato anche un “fuori orario”. Da segnalare, in prospettiva federalista, anche l’avvenuta partenza del Televideo dell’Emilia–Romagna, con un centinaio di pagine dedicate a segnalare e raccontare cosa si decide in Regione.§